La Norvegia era stata uno dei primi paesi ad introdurre una APP per il tracciamento che avrebbe dovuto combattere la diffusione del COVID-19. Questa applicazione, chiamata Smittestopp, “Ferma l’infezione” era stata predisposta dal ministero della Sanità norvegese con la finalità di raccogliere i dati delle singole persone ed i loro spostamenti in modo da poter ripercorrere, se necessario, in modo più attento i passi ed i contatti di chi fosse risultato positivo ai test. Venerdì scorso però le autorità di tutela della privacy norvegesi hanno definito la app “Troppo invasiva” e quindi il ministero da ieri ha interrotto la APP.

Il giudizio dell’autorità della Privacy è stato anche collegato all’utilità effettiva dell’applicazione, nel momento in cui i dati del numero di infetti per milione di abitanti rimane piuttosto basso sia confrontato con l’Italia sia con gli altri paesi nordici:

 


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Alla fine i vantaggi della APP non sono stati visti come superiori ai danni alla privacy per il suo utilizzo. Eppure si era trattato di un grande successo, con 1,6 milioni di download su una popolazione di 5,3 milioni di abitanti. Ultimamente però la gente iniziava ad avere dubbi sulla sua utilità ed il numero di utenti era calato a 600 mila.

Ora in Italia si è lanciato Immuni su tutto il territorio nazionale, con oltre 2 mesi di ritardo rispetto alla Norvegia. Per essere efficace questo strumento deve almeno essere utilizzato dal 60% dei cittadini, cioè avere una trentina di milioni download. Neppure un paese con una popolazione piccola come la Norvegia, e con una superiore fiducia nello stato, si è avvicinato a quei numeri. Immuni rischia di essere l’ennesimo, costoso, flop del governo.

 

Ripreso da scenarieconomici.it, Guido Da Landriano, 17/06/2020
Tratto da comedonchisciotte.org


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