Teniamo le luci accese sulla Grecia. Dal blog Greek crisis dello storico ed etnologo Grigoriou Panagiotis abbiamo tratto alcuni brani presi da post diversi, che danno un quadro agghiacciante della situazione attuale del paese e dei disastrosi effetti della crisi, in tutta la sua concretezza quotidiana. Abbiamo scelto brani in cui Panagiotis parla della drammatica povertà della popolazione, dell’esproprio dei beni pubblici, dell’attacco all’ortodossìa, della voce del Padrone (Tsipras) e di tasse.
Di Grigoriou Panagiotis, ottobre 2016
Traduzione di Franz
Povertà: non è il terzo mondo… ma quasi.
I dati arrivano, pesanti, a raccontare come crollano gli abitanti di questo splendido paese. Si viene così a sapere che il 35,7% della popolazione è a rischio povertà, che il 21,4% già si trova al di sotto di questa soglia (9.475 euro all’anno per una famiglia di due adulti e due bambini), che il 44% dei pensionati sopravvive sotto la soglia di povertà (665 euro al mese) a causa dei tredici successivi tagli delle loro pensioni dal 2010 ad oggi (l’ultimo è stato il 1° ottobre 2016), con una perdita tra il 20 e il 50% del loro valore, mentre il 52% delle famiglie a basso reddito i non ha in realtà alcun reddito cui aggrapparsi se non quello dei genitori (o dei nonni) in pensione (statistiche ELSTAT, Kathimerini 23/6/2020 e Imerisia 28/9/2020).
[“Della Guerra” 4/10/2020]
(…) secondo gli ultimi dati delle Statistiche Greche (settembre 2016) circa il 40% della popolazione è privo di beni e servizi materiali essenziali, come il cibo e il riscaldamento; la percentuale sale al 44,5% per i giovani tra 0 e 17 anni. Infatti, una famiglia su sei (17,7%) occupa un alloggio sostanzialmente inagibile, con i tetti che perdono acqua, i muri e i pavimenti devastati dall’umidità e via dicendo. Nel complesso, più di 4.512.000 greci sono di fronte al concreto rischio di cadere in povertà, e con essi i loro bambini. È significativo che ben 230.774 bambini vivono in famiglie… senza nessun lavoratore e, praticamente, senza alcun reddito (stampa greca, 24 ottobre)
[Da “Carovane solidali (verso la fine del mondo)” del 27/10/2020]
Esproprio: ciò che è mio è mio e ciò che è tuo… pure. Il ritorno della Treuhand.
(…) Il paese reale è messo in vendita, sovente a prezzo di saldo. TUTTI (in maiuscolo nel testo originale NdT) i beni pubblici dello stato Greco sono stati ceduti per una durata di 99 anni all’Iper Cassa comandata dalla Troika allargata, una specie di “Treuhand” (il nome completo è “Treuhandastalt”, letteralmente “agenzia fiduciaria”), cioè l’organismo legale della Germania ovest incaricato della privatizzazione dei beni della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) dopo la riunificazione del paese. Ed è il “governo” Tsipras che ha firmato un atto di questo genere (Memorandum III) e, con esso, la sua fine.
[“Della Guerra” 4/10/2020]
(…) Il tempo delle privatizzazioni in serie, così come quello dell’iper cassa che domina sulla Grecia è vicino (grazie SYRIZA). D’altronde l’annuncio è ufficiale, secondo l’analisi del sito ”Bastamag” (18 ottobre): “Sarà un alto funzionario francese, ispettore generale delle finanze, Jacques Le Pape, che guiderà il programma di privatizzazioni delle proprietà e delle imprese pubbliche imposti alla Grecia. (…). Nonostante gli appelli dei sindacati e di milioni di cittadini greci, il parlamento del paese ha stabilito a fine settembre di rilanciare questo processo, nel quadro del nuovo accordo con i creditori europei. Al di sopra dell’agenzia di privatizzazione Taiped sarà creata una nuova entità chiamata Superfund, con un consiglio composto da tre greci e due europei. “I rappresentanti dell’UE avranno la possibilità di porre il veto sulle decisioni del Superfund per 99 anni, il che pone di fatto sotto il controllo della Troika i beni pubblici greci per un secolo” denuncia la federazione sindacale internazionale dei servizi pubblici ISP”.
[Da “Crisi, bellezza e serenità” 19/10/2020]
Ortodossia… verso chi?
(…) Negli ultimi tempi, gli ”tsiprosauri” al governo hanno scatenato una (presentata come) polemica con la Chiesa ortodossa di Grecia a proposito dell’insegnamento della religione (e delle religioni) nelle scuole, in un paese dove la Chiesa non è separata dallo Stato… salvo che lo Stato è nelle mani dei mondializzatori e la Grecia non è più un paese, ma un territorio neo-colonizzato, amministrato dall’estero (…). I mondializzatori del supposto nuovo ordine mondiale, altrimenti detti rappresentanti della Troika, hanno di recente preteso dal “governo”, così come dalla Chiesa, di non far più suonare le campane al momento delle messe e di non far più effettuare la celebre processione pubblica dell’”Epitaffio del Venerdì Santo”. Durante questa cerimonia, i fedeli seguono la bara di Gesù con le candele accese in mano, facendo il giro della propria parrocchia, e poi il giro delle piazze centrali delle rispettive città; (…) Infine, i “Troikani” hanno anche chiesto alla Chiesa di accorciare la durata delle messe, soprattutto quelle della Settimana Santa (reportage della stampa Greca e Radio “Realfm” 4 ottobre 2016).
Il diavolo è sicuramente nei dettagli, e questo immischiarsi della Troika nelle pratiche religiose dei Greci fatica a nascondere la volontà di distruggere le caratteristiche culturali (tra le altre) di un intero popolo. In questo modo l’uniformità globalizzante non troverà più alcun ostacolo. E non è necessario avere familiarità con l’Ortodossia, per cogliere allo stesso tempo un tentativo di destabilizzare l’asse geopolitico (reale o come parte della mentalità) tra la Russia e Grecia. (…)
Ma infine, secondo me, questa vicenda… presunto motivo di frizione tra gli Tsiprosauri e la Chiesa, serve come cortina fumogena affinché i media (già agli ordini dei padroni di questo mondo) non facciano più parola del crimine politico (o crimine e basta) posto in atto dal “governo” SYRIZA/ANEL ovvero la cessione di tutte le aziende municipali (e regionali) di distribuzione dell’acqua potabile in Grecia, attraverso l’Ipercassa (sorta di Treuhand) alla quale sono state ceduti per 99 anni tutti i beni di proprietà dello Stato (Memorandum Tsipras).
[Da “Luce e Bellezza” – 10/10/2020]
La voce del padrone. Tsipras come la UE: voti contro? Si rivota.
Ad Atene, così lontana dalle bellezze del Nord in lotta contro le avversità, ha avuto luogo – bisogna dire, nell’indifferenza generale dei Greci – il secondo congresso di SYRIZA, dove peraltro Pablo Manuel Iglesias Turriòn, di Podemos, ha preferito non andare, nonostante fosse stato invitato (rimpiazzato da un emissario… quasi sconosciuto ai Greci). Tempi duri!
Alexis Tsipras è stato rieletto alla testa dei… ridicoli, con il democratico risultato del 94% dei consensi! Salvo che una delle proposte di Tsipras in prima lettura non era stata approvata dai congressisti: “Avete capito cosa avete appena fatto? Avete votato contro una delle mie mozioni (quelle del capo)…” così ha gridato il ”buffone” politico Tsipras, visibilmente alterato. La stampa aveva lasciato microfono e telecamere accese e tutto il paese l’ha sentito.
Quanto ai delegati, sono stati invitati a rivotare e tutto è rientrato nella normalità.
[Da “Crisi, bellezza e serenità” 19/10/2020]
Tasse. L’imponibile non c’è più, e allora… tutto fa brodo
E per quanto riguarda il debito verso lo Stato e il suo erario, direttamente gestito dai “tecnici” della Troika allargata, più del 50% dei Greci (4 milioni di persone) che hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi ha accumulato ritardi e mancati pagamenti delle imposte per un montante complessivo di circa 100 miliardi di euro da qui alla fine del 2016 (1,3 miliardi di euro non versati ad agosto 2016, circa 9 miliardi non versati dall’inizio dell’anno – secondo quanto riporta il giornale economico Imerisia 28/9/2020). Segnali del prossimo affondamento?
(…) La Plaka, sotto l’Acropoli, si svuota dei suoi turisti, che ci lasciano senza avere né visto né conosciuto le enormi, quotidiane scene di collera e di scompiglio che si svolgono negli uffici del fisco, dell’azienda elettrica o della cassa mutua dei lavoratori autonomi. Per arrotondare i loro magri introiti, tutti questi organismi scoprono, o piuttosto si inventano, delle irregolarità… vecchie anche di decenni, rendendo così dei “cittadini” inadempienti verso lo stato, situazione che, dopo le leggi introdotte con il Memorandum, blocca ogni possibile attività economica degli interessati (dalle compravendite dei loro beni mobili o immobili fino alle eredità, ma anche, tra le altre cose, l’erogazione delle pensioni). (…) Oggi, più del 70% delle richieste del fisco (e degli… Organismi) si rivelano infondate se portate davanti al giudice (dal quotidiano “Kathimerini” del 2 ottobre)
[“Della Guerra” 4/10/2020]
In occasione di una recente visita in questa regione di frontiera, tra Albania, ex Repubblica Yugoslava di Macedonia e Bulgaria, Dimitris Tsakiris, direttore dell’organismo di sicurezza sociale e previdenza dei lavoratori autonomi in Grecia (OAEE) ha avuto grosse difficoltà a spiegare (ed a fare accettare) come possano fare i piccoli imprenditori a sopravvivere, dato che dal 1° gennaio 2017 la somma di tutto ciò che dovranno pagare tra tasse, imposte e tributi vari arriveranno non lontano dal 70% del loro guadagno. Nella città di Fiorina (non lontano da Kastoria) i partecipanti alla riunione hanno fatto notare che circa la metà degli iscritti alla Camera di commercio locale erano già falliti. “Se vi sembra patriottico, trasferitevi in Bulgaria, voi e le vostre famiglie” ha replicato Tsakiris.
[Da “Crisi, bellezza e serenità” 19/10/2020]
A dir la verità i (presunti) lavoratori ed altri professionisti detti Autonomi in Grecia, devono versare in tasse, imposte ed altri contributi… dal 60% al 75% del loro fatturato, con l’aggravante, decisa da questo anno, di versare sotto forma di… anticipo la cifra dovuta per l’anno fiscale 2017 (legge fiscale 2016 – Memorandum III.Tsipras), con un calcolo basato sul fatturato degli anni precedenti, da correggere poi eventualmente in un secondo momento!
[Da “Carovane solidali (verso la fine del mondo)” del 27/10/2020]
La chiosa: armonizzare nella schiavitù
Gli amici della Carovana solidale, arrivati dalla Francia, hanno ragione. Queste misure prese in nome dell’austerità non sono giustificate in Grecia più di quanto lo siano in Francia e questa ingiustizia è fondamentalmente la stessa per tutti i popoli europei. Hanno ragione su tutto, salvo, diciamo noi, su un punto non di poco conto. La cosiddetta Unione Europea non è mai stata fabbricata con l’obiettivo di una armonizzazione sociale ed economica tra le economie dei vari Stati. Se non, forse… nella schiavitù, poiché si trattava fin dall’inizio di un progetto totalitario (come ora lo sono i Trattati detti “transatlantici”), era una UE che non è mai semplicemente stata “antidemocratica per errore o per sue lacune” come qualcuno ama ancora presentarla, senza – a quanto mi pare – riuscire più a convincere.
[Da “Carovane solidali (verso la fine del mondo)” del 27/10/2020]
Fonte: vocidallestero.it