Uno studio condotto da ricercatori americani e danesi – e segnalato sulla rivista StartMag – consente di quantificare il peso del mancato gettito tributario da parte delle multinazionali che spostano i loro profitti verso i paradisi fiscali. In particolare la scheda sull’Italia, che si ottiene cliccando sulla mappa interattiva, mostra come in questa gara all’occultamento dei profitti il nostro paese perda 7,5 miliardi di gettito tributario, di cui la grande maggioranza a favore dei paradisi fiscali che indisturbati si annidano all’interno dell’Unione Europea. In questo contesto, la crociata contro l’uso del contante per combattere l’evasione fiscale sembra quanto meno mancare completamente il bersaglio.
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I ricercatori dell’Università della California, di Berkeley e dell’Università di Copenaghen stimano che ogni anno quasi il 40% dei profitti delle multinazionali (nel 2016 oltre $ 650 miliardi) vengano trasferiti in paradisi fiscali. Questo spostamento riduce il gettito delle imposte sul reddito delle società di quasi $ 200 miliardi, ovvero il 10% della tassazione globale sulle società.
La mappa interattiva (quella originale a cui rimanda il link, ndt) mostra quanti sono i profitti e le entrate fiscali che ogni paese perde (o attira), in questa gara per ottenere profitti. I paesi paradisi fiscali possono essere difficili da trovare nella mappa, ma basta ingrandire a schermo intero.
Qui sotto la scheda che si apre cliccando sull’Italia
La ricerca
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I ricercatori dell’Università della California, di Berkeley e dell’Università di Copenaghen hanno prodotto un database che mostra dove le aziende registrano i loro profitti a livello globale. Sfruttando questi dati, gli autori hanno sviluppato una metodologia per stimare l’ammontare di profitti trasferiti in paradisi fiscali da società multinazionali e quanto ogni paese perda in profitti e entrate fiscali da tale spostamento. A livello globale, nel 2016 le società multinazionali hanno spostato nei paradisi fiscali oltre 650 miliardi di dollari di profitti, e questo spostamento ha ridotto il gettito fiscale globale derivante dalla tassazione sulle società di quasi il 10%.
Le società multinazionali spostano i profitti nei paradisi fiscali per ridurre il peso globale delle imposte. Si prenda l’esempio di Google: nel 2017, Google Alphabet ha registrato ricavi per $ 23 miliardi nelle Bermuda, una piccola isola nell’Atlantico dove l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società è pari a zero. A livello globale, circa 650 miliardi di dollari di profitti vengono trasferiti verso paradisi fiscali di questo tipo dalle multinazionali di tutti i paesi.
Si può esplorare la mappa per vedere quali paesi attraggono e perdono profitti in questo gioco delle tre carte. Cliccando su ciascun paese si può vedere la quantità di profitti spostati in paradisi fiscali e verso quali paradisi i profitti sono stati spostati. È inoltre possibile vedere la perdita implicita del gettito d’imposta sul reddito delle società. Alcuni paesi sono contrassegnati in verde; questi sono i paradisi fiscali. Per i paradisi fiscali segnaliamo quanti profitti attirano dai paesi ad alta tassazione e qual è l’aliquota d’imposta effettiva sul reddito delle società.
La perdita di profitto massima si ha per i paesi dell’Unione Europea (che non sono paesi rifugio). Le multinazionali statunitensi spostano relativamente più profitti (circa il 60% dei loro profitti esteri) rispetto alle multinazionali di altri paesi (40% in media). Gli azionisti delle multinazionali statunitensi sembrano quindi essere i principali vincitori del trasferimento globale dei profitti. Inoltre, i governi dei paradisi fiscali traggono notevoli benefici da questo fenomeno: tassando con aliquote basse (meno del 5%) la grande quantità di profitti potenziali che attraggono, sono in grado di generare più entrate fiscali, in proporzione al loro reddito nazionale, rispetto agli Stati Uniti e ai paesi europei (non paradisi fiscali) che hanno aliquote fiscali molto più elevate.
Fino a poco tempo fa questa ricerca non sarebbe stata possibile, poiché le imprese di solito non rivelano pubblicamente i paesi in cui sono registrati i loro profitti e i dati dei conti economici nazionali non permettevano di studiare le società multinazionali separatamente dalle altre imprese. Ma negli ultimi anni gli istituti statistici della maggior parte dei paesi sviluppati del mondo (compresi i principali paradisi fiscali) hanno iniziato a pubblicare nuovi dati macroeconomici, noti come statistiche delle consociate estere. Questi dati consentono di ottenere una visione completa di dove le società multinazionali registrano i loro profitti e in particolare di stimare l’ammontare degli utili registrati nei paradisi fiscali a livello globale. Per approfondire la nostra comprensione di questo problema avremmo bisogno di altri dati ancora più precisi. In particolare sarebbe auspicabile che tutti i paesi pubblicassero statistiche sulle consociate estere e che tali statistiche fossero più ampie e includessero sempre informazioni sulle imposte versate.
Fonte: vocidallestero.it
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