Eliminare il contante per eliminare l’evasione fiscale? Fesseria: il contante rappresenta solo il 7% della liquidità in circolazione, contro il 93% di moneta elettronica delle banche! La verità è che vogliono controllarci e sapere tutto quello che facciamo!
Le banconote e le monete rappresentano, sul totale della liquidità in circolazione, appena il 7 per cento contro il 93 per cento di moneta elettronica creata dalle banche. Di conseguenza, contrariamente a quello che cercano di farci credere, con l’eliminazione del contante non si combatte l’evasione fiscale. E allora qual è la ragione di questo provvedimento? Lo spiega molto bene un articolo di “Scenari economici.it” che vi riportiamo di seguito
Dalla fine dei contanti alla morte della libertà
Hanno avanzato, per l’ennesima volta, una proposta volta a limitare l’uso del contante. Non avendo ancora il coraggio di abolirlo in toto, hanno suggerito di tassare chi preleva dallo sportello e di beneficiare, con sconti fiscali, chi utilizza il bancomat. Ora, l’dea è solo apparentemente idiota. O, meglio, è idiota se esaminata con lo sguardo ingenuo, e alieno da interessi inconfessati, del comunissimo uomo della strada. Ma è lucida e intelligente se vista dalla prospettiva della Matrice e dei grandi potentati economico finanziari. Non a caso, l’ultima trovata arriva da Confindustria, l’associazione di categoria degli imprenditori. Diciamo pure dei capitalisti, per usare un gergo marxiano, nella circostanza più che mai appropriato.
Fatevi un nodo al fazzoletto: la questione del contante, la crociata contro il contante, è una delle ultime trincee da difendere prima della capitolazione definitiva di ogni nostra ulteriore, e residua, libertà. Dicono serva a combattere l’evasione e fanno bene perché ogni disegno concepito in malafede necessita della copertina di Linus di un alibi farlocco, di una motivazione etica, da dare in pasto alle masse beote. In realtà, la giustificazione fa ridere non i polli, ma persino i pulcini. Anche un ragazzino appena scolarizzato è in grado di sapere, e di capire, che l’evasione si gioca su piani, e a livelli, assai più elevati rispetto alla conta degli spiccioli: quelli dell’elusione legalizzata di cui usufruiscono senza vergogna, e col patrocinio delle istituzioni “pubbliche”, le corporation multinazionali e transfrontaliere; e anche quello dei magheggi di bilancio, delle manovre sui libri contabili e di altre formidabili strategie di escapologia fiscale. In entrambi i casi, parliamo di fantastiliardi tutti meticolosamente tracciati. Del resto, per capirlo è sufficiente considerare l’irrisorietà percentuale di banconote e monete sul totale della liquidità in circolazione: appena il 7 per cento contro il 93 per cento di moneta elettronica creata dal sistema bancario col famoso clic del computer.
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Fatta piazza pulita di questo mito per gli scemi, indaghiamo brevemente i motivi per cui il grande capitale e le sue tentacolari propaggini, anche politiche, hanno così a cuore l’eliminazione del cash. Le ragioni sono sostanzialmente due: una tutto sommato trascurabile, l’altra, invece, imprescindibile per la compiuta realizzazione di un progetto di “ingegneria sociale” per ora in divenire. Quanto alla prima: ogni transazione digitale in più costituisce un guadagno supplementare per il sistema bancario, e c’è poco da aggiungere.
Quanto alla seconda, ha a che fare con la quintessenza stessa della libertà; e cioè di un valore, di una prerogativa, di un diritto, e persino di un piacere, di cui ci stiamo giulivamente facendo spogliare: la “riservatezza anonima”. Il nostro agire e vivere libero si nutre di riservatezza anonima. Quanto più essa degrada, tanto più aumenta il controllo e collassa la libertà. Nella possibilità concreta di fare e di comprare – nei limiti del lecito, s’intende – ciò che vogliamo, quando vogliamo, dove vogliamo e da chi vogliamo senza renderne conto (e farlo sapere) ad alcuno, risiede, in ultima istanza, il nucleo durissimo, e purissimo, della nostra libertà esteriore, che è poi un’estensione, sul piano spazio-temporale, di quella interiore. I soldi contanti hanno una funzione ancillare, e insostituibile, per il dispiegarsi pratico-effettivo, e non meramente teorico-retorico, della nostra libertà: proprio perché essi sono anonimi, cioè non tracciati.
Ciò vale, a maggior ragione, in un’epoca in cui troppi hanno già “volontariamente”, e stupidamente, abdicato a una porzione abnorme di anonimato e riservatezza in quell’orgia di social e di like di cui si bea il narcisismo ossessivo-compulsivo. E di cui si giova, con silente compiacimento e dietro le quinte, il Sistema. Il quale sa già (registra già) in tempo reale, quasi tutto di troppi di noi. Però, non gli bastava aver presidiato e recintato l’area ideale in cui si manifesta ogni singolo pensiero, tramite la mappatura delle ricerche on line di ciascuno; o tramite la catalogazione occhiuta e pervasiva delle innumerevoli informazioni sensibili regalate quotidianamente, via app, dal popolo social ai colossi del web.
Gli mancava il controllo minuto, e contabilizzato, di qualsiasi azione e scelta individuale connessa con le cose “acquistabili”. Vale a dire: con “tutto”, nell’era della crescita in cui anche i respiri hanno un prezzo e pure le idee hanno un costo. Ebbene, l’eliminazione del contante gli porterà in dote anche questo “scalpo”. E molti (troppi) tra noi saranno perfino felici di questa straordinaria “conquista di civiltà”. E ammoniranno gli scettici residui con il consueto tormentone: abbiamo forse qualcosa da nascondere? No, non avete più niente da nascondere. Neppure l’euforica ottusità con cui vi consegnate al Sistema.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
fonte: https://scenarieconomici.it/dalla-fine-dei-contanti-alla-morte-della-liberta/
Tratto da: https://zapping2017.myblog.it
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